lunedì 2 dicembre 2013

Un sogno....Natale a San Pietroburgo

Natale a San Pietroburgo

Erano le 5,30 del mattino, quando suono' la sveglia, era l' alba di una gelida giornata di dicembre, assonata mi affacciai alla finestra e sembrava che  la notte fosse appena iniziata, mi preparai, presi il mio bagaglio e un taxi che mi porto' alla stazione. Arrivatga in stazione sali'  sul treno e mi sedetti in un posto vicino al finestrino, me ne stetti li' a guardare fuori e mi abbandonai a dolci fantasie sul Natale, ormai alle porte, e piano piano mi addormentai....
Sono a Parigi a la gare du Nord, la stazione e' avvolta da una fittissima nebbia, sono sul marciapiede n.8 in attesa di salire sull' Orient Express  il treno su cui tutti una volta nella vita abbiamo immaginato di salire, e' li' in stazione circondato da un'atmosfera di romanticismo, lusso e mistero , e' stato il protagonista di parecchi libri e film gialli, e tra un po' iniziero' un viaggio meraviglioso che mi portera' lontano: a San Pietroburgo.
Io sono li' con il mio lungo cappotto pesante e un bel cappello di pelliccia, mi sento una delle eroine dei piu' famosi romanzi russi, da Lara del Dott. Zivago ad Anna Karenina, tutto intorno fascino ed incanto. Salgo su questo magnifico treno , le carrozze sono di colore blu cobalto con decori aurei, ai finestrini tende di velluto con drappeggi dorati, dopo poco un colpo di fischietto, poi un secondo, un terzo e il treno parte, dietro di noi la gare du Nord, un cameriere in guanti bianchi annuncia che la cena e' servita, il vagone ristorante e' un trionfo del lusso vintage, piccoli tavoli apparecchiati con tovaglue di lino bianche, posateria d'argento e delle piccole abajour di velluto e ottone che conferiscono all'ambiente un'aria aristocratica, gli scompartimenti in tutto simili a lussuosi appartamenti in miniatura, con moquette, legni intarsiati e tessuti preziosi, con bagno privato con asciugamani elegantemente ricamati a mano, soffitti decorati e sedie e divani ricoperti da morbido velluto color bordeaux.
Mi aggiro tra i vagoni e aspetto da un momento all'altro di imbattermi nell'investigatore piu' famoso creato dalla penna di Agatha Christie, Hercules Poirot, con i suoi baffi, pomposo con la sua sicumera e la consueta infallibilita' nel risolvere misteri intricati. E cosi' viaggio per alcuni giorni sospesa nel tempo, fuori nevica, il paesaggio e' fiabesco, magico mancano gli elfi che corrono e saltabo con i loro buffi cappelli per fare festa, scendo dal treno sono a San Pietroburgo, citta' stupefacente, la "seconda capitale" della Russia, fondata da Pietro il Grande, scenario che piu' di tutte le citta' russe ha ispirato tra odi e amori scrittori e poeti russi, mi vengono in mente Tolstoj, Gogol', Dostoevskij. Il fondatore e' ricordato nel monumento equestre della piazza dei Decabristi, a guardarli sembra quasi che voglia scendere giu' da cavallo e lanciarsi di "scatto", come nel romanzo di Puskin e inseguirci tra le strade della citta'.
Risalendo le acque fluviali del Neva ora ghiacciate, la mia attenzione e' rapita dall'incanto delle famose cupole d'oro, orientaleggianti; che si stagliano in questo cielo  tipicamente invernale dalle sfumature argento, della piu' europea ed elegante delle citta' della Russia, qui hanno vissuto e creato i loro capolavori poeti, rivoluzionari e filosofi, in lontananza mi appare il cupolone dorato, quello della Cattedrale di Sant'Isacco, il quarto piu' grande al mondo. Si capisce
immediatamente che San Pietroburgo e' una citta' unica, simbolo della potenza tramontata degli zar, ma anche con la struggente bellezza dei suoi viali scenografici, e' una citta' dal fascino fiabesco e dall' anima artistica.
Passeggiando, anche se il freddo e' pungente come una lama di ghiaccio, mi trovo nel centro storico dove la gente pullula in cerca di regali da mettere sotto gli alberi, la citta' e' attraversata dal fiume Neva, il cui delta forma un gruppo di isole e isolotti, la Venezia russa, e sulle sue rive numerosi i mercatini con tendoni tutti colorati che mi ricordano quelli dei circhi. La gente si muove soprattutto in Prospettiva Nevskij, il viale dello shopping lungo oltre quattro chilometri e molto vicino all' Hermitage, il museo piu' grande al mondo.
Ora stanca e infreddolita entro in uno dei caffe' piu' famosi di San Pietroburgo, il caffe' Singer difronte alla Cattedrale, e' elegante e raffinato e' un bar/libreria, ordino un the al gelsomino e una fetta di torta al limone, gli scaffali sono pieni di libri, tutti in lingua russa, che conferiscono atmosfera, odore e magia al locale. Sono affascinata e rapita da cio' che ho visto ma mi sento improvvisamente sola, forse e' l'aria natalizia, tutti intorno a me corrono per affrettarsi  a tornare a casa e preparare il Natale, pago il conto e di corsa mi affretto in stazione, e salgo su un treno che mi  riportera' a casa, arrivata  nella mia citta' prendo un taxi, ecco sono arrivata, scendo e guardo la mia casa, tutte le luci accese, un' aria di festa, vengo sopraffatta dall'emozione, la porta di casa con la ghirlanda, suono e sono tutti li', la mia famiglia, la tavola imbandita a festa, le canzoni di Natale in sottofondo, e l' albero con le sue luci intermittenti, il camino acceso, aspettano solo me, abbraccio i miei cari, e rimaniamo cosi' a lungo senza parlare, perche' le parole sono superflue, lasciamo parlare i nostri cuori. Con la mente e la fantasia ho percorso migliaia di chilometri ho visitato posti bellissimi con atmosfere incantate ma ora so, che e' vicino, molto vicino la felicita', basta saperla cogliere e apprezzare, qualsiasi sogno puo' diventare realta' se si ha il coraggio di continuare a crederci!
Buon Natale.

mercoledì 27 novembre 2013

La passione

La passione

La passione amorosa e sessuale e' mistero, qualcosa di difficile da spiegare con le parole, il desiderio sessuale e' puro e semplice istinto, ma se si fonde con il sentimento diventa passione e la passione coinvolge tutti i nostri sensi, e' fisica, mentale, emotiva, spesso si trasforma in ossessione, fame di desiderio, e' un fuoco che brucia e spesso consuma, a volte e' necessario allontanarsene per non essere inghiottito dal suo seducente vortice; ma come sarebbe la vita senza passione? Sarebbe una vita incolore, una vita in bianco e nero.
E' quando incontri qualcuno in modo casuale e inatteso che puoi scoprire che cos'e' veramente la passione....
" una fredda e piovosa giornata di primavera....la tenerezza di un bacio inatteso e stavo per iniziare un viaggio in cui avrei visto il mondo come attraverso un caleidoscopio, era quel tipo di uomo che fa desiderare ad una donna di strappargli di dosso la camicia e di essere posseduta in modo selvaggio e primitivo, ero irritata e arrabbiata con me stessa per l' imbarazzo che provavo a pensare e a desiderare certe cose, mentre lui era totalmente padrone di se' stesso.
Con lui mi sentivo come se fossi caduta nella tana di Biancoconiglio, un mondo affascinante e seducente  dove poche delle regole che conoscevo  che fino allora mi avevano dato sicurezza venivano applicate, dove il mio autocontrollo veniva totalmente annullato, era come trovarsi in un territorio sconosciuto ed inesplorato, eccitante e pauroso al tempo stesso piu' il tempo passava piu' la passione cresceva e con essa la complicita' e il sentimento, amavo il suo corpo
che mi dava un immenso piacere erotico, la sua forza, la sua mascolinita' e la sua premurosita' e protezione nei miei confronti mi commuoveva fino alle lacrime".

lunedì 25 novembre 2013

La rinascita

La rinascita.

Ho letto da qualche parte che gli uomini  e le donne sono tanti traghetti, esternamente molto simili nel punto di partenza e nella destinazione. La tragedia e' che mentre uno e' ancora impegnato nel tragitto di andata l'altro ha appena iniziato quello di ritorno.
E cio' che era una coppia, non c'e' piu' ci sentiamo la meta' di niente....che fare? Bisogna accettare che l'amore e' finito e che nel finire ci ha lasciati completamente annientate, distrutte,all'inizio dolore, tanto dolore e poi rabbia, rabbia perche' si desidererebbe  che tutto si fermasse, il tempo, lo spazio, il rumore e invece no tutto continua ad andare avanti, insensibilmente come se nulla fosse cambiato e invece nulla e' piu' lo stesso, e il mondo non lo sa e invece lo vorremmo urlare, senza pero' questa accettazione ogni percorso risultera' inutile. Se un amore finisce improvvisamente, senza una vera e concreta spiegazione, tendiamo a negare, a minimizzare, attendiamo giorni, settimane, mesi che lui torni, ma poi col tempo capiamo che non sara' cosi, che non ci sara' il lieto fine, che lui non tornera' da noi e allora si sprofonda in un baratro di lacerante dolore, bisogna allora concedersi il periodo di lutto, che non e' possibile quantificare, va' cacciato fuori  tutto il nostro dolore, piangere tutte  le nostre lacrime, a poco a poco il dolore trova un posto dove vivere e cosi' fa parte di noi lo ascoltiamo, ci fa compagnia, lo conosciamo e non ci fa piu' paura, fino al giorno in cui questo tumulto si placa e inizia la rinascita, e' come un germoglio dopo un lungo inverno gelido, poco a poco spunta dalla neve, il freddo lascera' il posto al tepore, e' la rinascita del cuore, tutto appare piu' sereno, piu' bello piu' gioioso e le lacrime lasciano il posto al sorriso.
Si dice che il tempo guarisce tutte le ferite, forse e' retorica eppure e' vero, restano le cicatrici piu' o meno evidenti, anche se non potranno mai essere eliminate, restano li fanno parte di noi del nostro vissuto, ci ricordano chi siamo.
E col tempo si ricompongono i pezzi, il caos ridiventa ordine, il buio luce, le lacrime gioia e ci si alzera' da terra con la consapevolezza di non voler piu' buttare via altro tempo della propria vita aspettando e ricominciare a vivere!

martedì 15 ottobre 2013

L'abbandono

L'abbandono

L'abbandono solitamente e' improvviso, spesso non si fa annunciare e' come un fulmine in una serena giornata di sole.
Che cosa si prova quando si e' abbandonati?
La sensazione immediata e' il senso di vuoto e un dolore enorme: la fine di una storia, la fine di un' amicizia importante, un lutto, una separazione , e' un vero abbandono o siamo noi a viverlo come taile?...e' il timore di rimanere soli, privi di un legame affettivo, senza che nessuno si occupi di noi, e' la convinzione, forse errata, che solo qualcun'altro si puo' prendere cura di noi.
Rimanere privi di un legame affettivo forte ci destabilizza si diventa ossessivi, soli, vulnerabili e indifesi, il pensiero che ci tormenta e' rappresentato  dalla paura di trascorrere la vita in totale solitudine, e' come sentirsi in trappola, in cui non vediamo via d'uscita e' come se ci fossimo chiusi in una gabbia e la persona che ci ha lasciati si fosse portato via la chiave, ma non e' cosi', la  gabbia e' aperta siamo noi che non l'apriamo e volare via....
Ma qual'e'  la vera origine di questa paura dell' abbandono?
Puo' avere molte origini, puo' nascere dall'infanzia, dall'ambiente in cui si e' cresciuti, dall' aver percepito comportamenti delle persone a noi vicine come abbandoni, in effetti la paura puo' derivare da diversi fattori reali o immaginari.
Per superare la paura e' importante "familiarizzare" con essa, renderci conto che siamo vulnerabili ma che non dipendiamo da un'altra persona, prendiamo coscienza della nostra individualita' e' necessario imparare a stare bene nella solitudine, con noi stessi
Non dobbiamo soffocare le nostre emozioni, i nostri sentimenti, dobbiamo ascoltarle ma non farci travolgere.
Le separazioni, i lutti fanno male, ci fanno soffrire, ma dobbiamo trovare la forza dentro di noi, poter elaborare il dolore, ognuno a proprio modo , con i propri strumenti, non esiste una regola, io credo che affrontare il dolore, passandoci in mezzo, senza pero' abbandonarsi ad esso, potrebbe essere utile, ma la cura, la soluzione e' personale, e' qualcosa che dobbiamo vivere da soli, gli altri intorno a noi con le loro rassicurazioni, spesso banali, sortiscono l'effetto contrario, facendoci sentire ancora piu' tristi e soli.
Quando si viene abbandonati, viene minata l'autostima e la sicurezza personale; quando un unione va in frantumi, con essa vanno i frantumi gran parte delle nostre certezze.
Il dolore dell'abbandono deve essere trasformato in un occasione di crescita, ognuno con i propri tempi e riprendere in mano la nostra vita. Quando una persona soffre, comprende i propri errori, scopre le sue risorse, diventa una persona nuova, piu' consapevole e piu' forte perche' come diceva Oscar Wilde : " l'ESPERIENZA E' IL NOME CHE DIAMO AI NOSTRI ERRORI".
E quando l'abbandono e' determinato da una crisi e il partner ti lascia nel dubbio che la storia non e' finita ma ha solo subito una battuta d'arresto, che fare? Perche' chi soffre si barcamena tra la speranza che lui ritorni e la convinzione che cio' non avverra' mai, in questo caso la ragione dovrebbe avere il sopravvento, ma non e'facile, si perseguita il partner, ci si abbandona allo sconforto, all'apatia, alla voglia incontrollata di chiamarlo e invece....bisogna seguire il nostro percorso seppur doloroso, perche' nel qual caso lui ritorni deve trovarsi difronte una persona nuova: emotivamente indipendente, non piu' eccessivamente gelosa e non piu'l'annullamento totale di se' nell'altro, che siamo in grado di prenderci cura di noi stessi solo cosi avremmo l'opportunita' di costruire un rapporto nuovo piu' equilibrato e sano.

giovedì 10 ottobre 2013

L'appartenenza

L'appartenenza

."...sei una fifona....non hai un briciolo di coraggio neanche quello semplice ed istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perche' questa e' la sola maniera di essere felici"
La frase e' tratta dal bellissimo film "colazione da tiffany"....per introdurre il tema: in amore e' importante sentire di appartenere a qualcuno?
L'appartenenza non deve soffocare, appartenere non significa imprigionare l'altro ma appartenersi nella misura in cui cio' porta a sentirsi uniti, complici, complementari....ma allo stesso tempo liberi ,l'appartenersi  non deve portare all'isolamento e al distacco dalla realta', deve essere un punto fermo, ci si puo' appartenere stando anche lontani, distanti ma uniti.
C'e' amore quando scegli di appartenere a qualcuno, ed e' l'unica condizione che ti permette di "sentire" di creare quella sintonia, armonia, fiducia e reciprocita', quando ci innamoriamo sentiamo l'esigenza di appartenere a qualcuno e che qualcuno ci appartenga, e' l'unico modo di "sentire l'amore"
L'amore , il sentimento piu' bello, il piu' profondo ma spesso ci domandiamo che cosa e' veramente?che cosa significa amare qualcuno, il senso di appartenenza in parte risponde al quesito, e' un senso di simbiosi di due persone, un filo rosso che le unisce ovunque siano, unisce il cuore, la mente e l' anima, l'appartenenza riesce a mettere ordine nel caos delle emozioni scatenate dall'amore.
L'appartenenza e' un istinto che abbiamo, siamo animali sociali, l'esigenza, la necessita' di appartenere, di sentirsi parte di un qualche cosa, che sia la coppia, la famiglia, un luogo, degli amici, un team di lavoro, una squadra sportiva.
L'appartenenza ti da' il punto di riferimento, la voglia di fermarti in un posto con una persona, mettere delle radici il sentirsi meno soli, legarsi a qualcuno inscindibilmente ma senza mai tralasciare la propria identita' individuale, l' importante e'appartenersi reciprocamente, vivendo cio' come un arricchimento e mai come un impoverimento di se stessi.

lunedì 30 settembre 2013

La lontananza

La lontananza

Credo non ci sia cosa peggiore per l' amore della lontananza.
La vita, il lavoro separano due persone che si vogliono bene, la lontananza, la dustanza si puo' sopportare e talvolta superare con il cuore, la volonta' e la fiducia, ma il solo cuore non basta, perche' la testa dopo un po' cede alla fatica e a volte anche il cuore, questo amore lontano sai che ti cambiera' la vita perche' e' raro e unico, ma finira' se non si tentera' con la volonta' di riavvicinarsi perche' non si puo' restare lontani per sempre.
In una relazione stabile in cui c'e' la quotidianita' mettere una distanza di chilometri puo' essere distruttivo a lungo andare, all'inizio c'e' l'euforia il progetto di rincontrarsi ma piano piano l'amore si spegne, la lontananza allontana le persone, sbiadisce ed opacizza i sentimenti. Non e' solo la distanza in termini di chilometri che distrugge l'amore, ma l'insicurezza, l'insoddisfazione il non riuscire a condividere una gioia, un dispiacere, una delusione sai che non avrai le braccia della persona amata a stringerti, i suoi occhi a darti fiducia a rassicurarti, mancano tutte le cose , gli ingredienti di una relazione, ma la verita' e' che non si puo' scegliere chi amare....una storia a distanza e' difficile da gestire, la lontananza allontana e crea barriere, il bello e' vedersi, sentire il cuore in festa e le ali ai piedi, ma sai di non poter condividere i momenti significativi o banali, senti che manca sempre il tempo e sai che le incomprensioni causano ostacoli sempre maggiori.
La distanza allora e' superabile?, due persone che si amano veramente non dovrebbero vedere la distanza, ma e'una visione romantica e poco realistica per superarla e' necessario fare in modo di avere in un futuro un progetto di riavvicinamento, la lontananza puo' essere anche vissuta come una "prova d'amore", una pausa per capire quanto ti manca la persona amata.
In un libro Antonella Piperno sostiene che la distanza e' l'ideale soprattutto per coloro che sono fortemente allergici alla routine, che amano la loro liberta' e il loro spazio che sono curiosi di conoscere posti e persone nuove , non si puo' sapere come potra' evolvere una relazione a distanza, spesso la non condivisione della quotidianita' rischia di far diventare due persone , due estranei, con due vite parallele ma distanti, che si incontrano ogni tanto e che fondamentalmente non si conoscono piu'., oppure il rapporto a distanza puo'convenire, l'amore dura di piu', si litiga di meno, il sesso e'una scoperta sempre nuova ed entusiasmante e ogni minimo sospetto, costringe anche a liberarsi dall'ossessione della gelosia .

giovedì 19 settembre 2013

Il dolore in amore

Il dolore in amore

Il dolore del cuore e' un dolore non solo dell' anima ma fisico, e' vero il dolore non e' separabile dall'amore e' normale e fisiologico soffrire per amore, tormentarsi per chi ci ha ferito, fa male al cuore e al fisico. Da uno studio americano si evince che la sofferenza amorosa sia paragonabile ad una bevanda bollente che ci cade addosso e ci ustiona la pelle e lascia cicatrici indelebili. E' questo cio' che proviamo quando veniamo lasciati dal partner. Nel cervello si scatenano reazioni dolorose analoghe a quelle fisiche.
Qual'e' il modo per sopravvivere al dolore in amore, non all'amore non corrisposto ma all'amore vero, quello che ti coinvolge, che ti fa perdere il controllo che ti ossessiona ma che per motivi piu' grandi di noi o imprevisti resta o diventa "impossibile" e non possiamo farci nulla se non arrenderci, e a questo dolore che mi chiedo come si sopravvive.
Immagino una storia d'amore come una barca a vela che con vento in poppa prima veleggia in un mare calmo blu e poi il cielo si scurisce, le onde diventano sempre piu' forti, un gran rumore e fracasso , la barca inizia a sbattere contro gli scogli e ad imbarcare acqua fino a che si arena e tutto intorno diventa buio e silenzioso, ma a te non sembra perche' tu stai urlando fortissimo con tutto il fiato che hai nei polmoni, ma nessuno ti puo' sentire all'infuori di te. Ti ritrovi ad urlare dentro e nessuno ti sente.
Qualcuno sostiene che un rimedio c'e': far passare il tempo....e un giorno ti risveglierai e starai meglio, si puo' essere, io credo che il tempo possa essere una medicina adeguata per dimenticare oppure per accorgersi di quanto ci manca la persona amata....
Un grande amore e' come un grande ideale, se ci credi veramente, lui crede in te e non c'e' nulla che tu possa fare.
In amore non si puo' dare nulla per scontato tutto puo' cambiare anche nei modi piu' inaspettati....